Edition of 125 exemplars in Cardinal numbers + XXV in Roman numbers and some PA ( artist proofs )
Current exemplar numbered as PA ( artist proof )
paper size: 100 x 70 cm
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Mario Schifano fu un importante protagonista dell’arte italiana del secondo dopoguerra. L’artista recepì le influenze dell’Espressionismo astratto e della Pop Art statunitense. Utilizzò quindi immagini dell’immaginario massmediatico decontestualizzate. Uno di questi soggetti fu il marchio della celebre bevanda Coca-Cola.
Schifano iniziò a lavorare alla serie intitolata Coca-Cola dagli anni sessanta, all’età di circa 30 anni. Inizialmente l’artista dipinse monocromi sgocciolati. Dopo aver aggiunto altri colori passò quindi ad inserire del testo che allude ai messaggi pubblicitari.
Mario Schifano con l’opera Coca-cola si avvicina alla Pop art. L’artista utilizzò infatti un simbolo feticcio della cultura giovanile e consumistica statunitense e mondiale. Utilizzando in quest’opera solo una parte della scritta, per trasformare il marchio in oggetto estetico. Inoltre la scritta non è totalmente riconoscibile, infatti si intuiscono solamente alcune lettere tagliate dal bordo dell’opera. Il colore e la forma di alcune lettere però sono sufficienti ad indicare la celebre bevanda.
La scritta bianca emerge circondata dal fondo color rosso molto saturo. Il contrasto cromatico che si crea è deciso e molto evidente. Infatti si tratta di uno dei contrasti più utilizzati nella pratica pubblicitaria. Già il designer Bruno Munari indicava come modello per un messaggio pubblicitario d’effetto la bandiera del Giappone che rappresenta un sole rosso su fondo bianco.
Anche altri artisti della Pop Art si ispirarono a questo logo. Il più famoso fu Andy Warhol. Robert Rauschenberg poi inserì la celebre bottiglietta nel suo “combine painting” intitolato Coca-Cola plan del 1958